Commentario abbreviato:Romani 7:3Capitolo 7 I credenti sono uniti a Cristo per portare frutto a Dio Rom 7:1-6 L'uso e l'eccellenza della legge Rom 7:7-13 I conflitti spirituali tra corruzione e grazia in un credente Rom 7:14-25 Versetti 1-6 Finché un uomo continua ad essere sotto la legge come alleanza e cerca la giustificazione attraverso la propria obbedienza, continua ad essere schiavo del peccato in qualche forma. Nulla, se non lo Spirito della vita in Cristo Gesù, può rendere il peccatore libero dalla legge del peccato e della morte. I credenti sono liberati dal potere della legge che li condanna per i peccati commessi. E sono liberati da quel potere della legge che suscita e provoca il peccato che abita in loro. Non si tratta di una legge come regola, ma di un patto di opere. Per professione e per privilegio, siamo sotto un patto di grazia e non sotto un patto di opere; sotto il vangelo di Cristo e non sotto la legge di Mosè. Si parla di questa differenza con la similitudine o la figura di essere sposati con un nuovo marito. Il secondo matrimonio è con Cristo. Con la morte siamo liberati dall'obbligo della legge come alleanza, come la moglie dai suoi voti al marito. Credendo con forza ed efficacia, siamo morti alla legge e non abbiamo più a che fare con essa di quanto il servo morto, liberato dal suo padrone, abbia a che fare con il giogo del suo padrone. Il giorno in cui crediamo è il giorno in cui siamo uniti al Signore Gesù. Entriamo in una vita di dipendenza da lui e di dovere verso di lui. Le buone opere derivano dall'unione con Cristo; come la fecondità della vite è il prodotto della sua unione alle radici; non c'è frutto per Dio finché non siamo uniti a Cristo. La legge, e i più grandi sforzi di chi è sotto la legge, ancora nella carne, sotto il potere di principi corrotti, non possono raddrizzare il cuore per quanto riguarda l'amore di Dio, vincere le concupiscenze mondane, o dare verità e sincerità nelle parti interiori, o qualsiasi cosa che provenga dalle speciali influenze santificanti dello Spirito Santo. Niente di più di un'obbedienza formale alla lettera esteriore di un precetto può essere eseguito da noi, senza la grazia rinnovatrice e creatrice della nuova alleanza. Riferimenti incrociati:Romani 7:3Eso 20:14; Lev 20:10; Nu 5:13-31; De 22:22-24; Mat 5:32; Mar 10:6-12; Giov 8:3-5 Dimensione testo: |